Paper è frutto dalla sperimentazione di nuove forme tridimensionali con la tecnica degli origami.

Con il termine origami si intende l’arte di piegare la carta (折り紙 ori-gami, termine derivato dal giapponese oru piegare e kami carta) e l’oggetto che ne deriva.

Da un foglio di carta quadrato 90 x 90 cm, nasce la lampada Paper, che grazie al sistema di piegatura non necessita l’uso di colla. All’ interno della lampada viene inserito un LED (25 cm / consumo 3,4W / colore bianco caldo – 2700 Kelvin) e un gancio metallico ottenuto dal recupero e dalla lavorazione di grucce industriali destinate allo smaltimento.
Grazie a questo gancio, si ha la possibilità di direzionare la lampada in sei diverse angolazioni.

La luce LED, ha la caratteristica integrata di poter cambiare colore gradualmente generando un’atmosfera suggestiva. Grazie ad un telecomando Touch-Screen, si può, selezionare la proprietà di cambio colore o scegliere la tonalità desiderata su un’ampia campionario di colori.


Curiosità:
L’origine degli origami giapponesi è strettamente legata alla religione shintoista e la valenza sacrale della carta è anche testimoniata dal fatto che in giapponese la parola carta e dei si pronunciano entrambe kami.
Le prime forme di origami, dette go-hei, erano costituite da semplici strisce di carta piegate in forme geometriche e, unite ad un filo o ad una bacchetta di legno, utilizzate per delimitare gli spazi sacri.
Esistono tradizioni della piegatura della carta anche in CIna (Zhe Zhi 折纸), tra gli Arabi ed in occidente.

La tecnica moderna dell’origami usa pochi tipi di piegature combinate in un’infinita varietà di modi per creare modelli anche estremamente complessi. In genere, questi modelli cominciano da un foglio quadrato, le cui facce possono essere di colore differente e continua senza fare tagli alla carta, ma l’origami tradizionale era molto meno rigido e faceva frequente uso di tagli, oltre a partire da basi non necessariamente quadrate.

Alla base dei principi che regolano l’origami, vi sono senz’altro i principi shintoisti del ciclo vitale e dell’accettazione della morte come parte di un tutto: la forma di carta, nella sua complessità e fragilità, è simbolo del tempio shintoista che viene ricostruito sempre uguale ogni vent’anni, e la sua bellezza non risiede nel foglio di carta.
Alla morte del supporto, la forma viene ricreata e così rinasce, in un eterno ciclo vitale che il rispetto delle tradizioni mantiene vivo.

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